CONSOLATI...CONSOLIAMO !
Sì, è il Figlio di Dio a realizzare questo stupendo e consolante piano di salvezza attraverso un suo atto di filiale obbedienza e infinito amore al Padre a favore degli uomini, che riconosce e abbraccia quali suoi fratelli: perdonati, salvati, consolati.
Il mondo ci butta a terra... Dio solo - se noi lo vogliamo - ci rialza, ci solleva dal pantano, ci rimette in cammino. Come dubitare di fronte a queste assicurazioni?:
Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo e segue con amore il suo cammino.
Se cade, non rimane a terra, perché il Signore lo tiene per mano (Sl 36,23-24).
Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto (Sl 144,14).
Il Signore rialza chi è caduto (Sl 145,8).
Sempre vero e attuale il versetto conclusivo del Salmo
Signore, vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita (v. 24).
Questo versetto è una delle più brevi ed efficaci suppliche che rivolgiamo a Dio, una formidabile preghiera di liberazione dalle forze del male che ci attanagliano di continuo.
A Cristo, però, non è bastato aver offerto la vita per noi suoi amici. Non pienamente soddisfatto, ha compiuto qualcosa di ben più inaudito: risorto da morte, asceso al cielo, dove è andato a prepararci un posto (cf Gv 14,2), per non lasciarci orfani qui in terra ha escogitato il modo di restare con noi - a nostra consolazione - fino alla fine del mondo (cf Mt 28,20) istituendo
- il Sacramento dell'Eucaristia, in cui si fa Lui stesso nutrimento quotidiano per la nostra fame e sete spirituali di ogni giorno;
- il Sacramento della Cresima, in cui veniamo arricchiti dei sette doni dello Spinto Santo;
- il Sacramento del Perdono, in cui siamo riaccolti e consolati dal Suo abbraccio misericordioso!
È così che
Oltre ai Sacramenti, il Signore ci concede ancora altri doni consolatori: la sua Parola di vita, Maria, sua purissima Madre,
Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno (Gn 3,15).
Il Sacramento della Penitenza, in modo particolare, ci libera dall'amarezza del peccato e ci offre la consolazione del perdono di Dio in tutta la magnanimità e la gratuità della sua misericordia.
Al riguardo ecco un'altra citazione del libro “Perdono e pace”:
Nel sacramento della confessione il Cristo stesso è il reale sacerdote e confessore; nella sua capacità di medico divino, Egli perdona i peccati, fa scorrere la grazia nelle anime, cancella anche le tracce dei peccati passati e ci da una garanzia di grazie attuali, per le lotte future (p. 17).
Certamente e necessario da parte nostra un'abbondante dose di umiltà per inginocchiarci davanti a un Suo ministro e confessare le nostre infedeltà, ma come è solenne e liberatorio il momento in cui egli, uomo e peccatore come gli altri fratelli, nel nome e con il potere che Cristo gli ha conferito, stende le mani sul nostro capo e con un segno di croce pronuncia quelle "davvero tanto consolanti" parole: “Io ti assolvo dai tuoi peccati, va in pace!”.
Eppure è un Sacramento molto in crisi! A pensare che farebbe utilmente evitare tante prolungate e costose sedute psicologiche, mai pienamente in grado di ridonare la pace perduta e la necessaria consolazione per affrontare il presente e l'avvenire! Così, infatti, si esprime uno psichiatra protestante nel citato libro:
La gente viene qui a frotte e paga straordinarie somme di denaro per tentare di avere ciò che
Verissimo! Gesù è il primo Psicologo che conosce il cuore umano in modo unico e sa curare i malesseri che lo affliggono costantemente. Per questo ha pensato bene di proporre una Sua terapia istituendo il Sacramento della Penitenza o, come viene diversamente definito, il Sacramento del Perdono, della Riconciliazione, della Confessione. Lì veniamo a tutti gli effetti "consolati", riabilitati, rimessi a nuovo!
Resta pur vero che a volte nelle pieghe interiori dell'animo umano si annidano tali e tante complessità da richiedere anche l'intervento dello psicologo o dello psichiatra, ma la priorità e la fiducia massima va data a quell'aiuto spirituale che
Una componente che caratterizza l'esistenza, soprattutto nei momenti più sofferti, è il pianto, che troviamo anche nel Salterio tra le tante altre tematiche, cui fa eco quell'altra umanissima e "sconsolata" domanda: “...fino a quando, Signore?”; un esempio:
L’anima mia è tutta sconvolta, ma tu, Signore, fino a quando…? (Sl 6,4).
Il brevissimo Salmo 12, poi, la ripete per ben quattro volte.
Mentre da una parte il pianto rivela tutta l'umana desolazione e sfinitezza, dall'altra è una preghiera sublime che raggiunge più in fretta il cuore di Dio.
Rispettando i vari contesti in cui si manifestano le lacrime, ecco alcuni versetti salmici:
Salmo 6: Sono stremato dai lunghi lamenti, ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, irroro di lacrime il mio letto.
I miei occhi si consumano nel dolore (vv. 7-8).
Salmo 30: Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno,
per il pianto si struggono i miei occhi, la mia anima, le mie viscere (v. 10).
Salmo 41: Le lacrime sono mio pane giorno e notte (v. 4).
Dirò a Dio, mia difesa: «Perché mi hai dimenticato? Perché triste me ne vado oppresso dal nemico?».
Per l'insulto dei miei avversari sono infrante le mie ossa; essi dicono a me tutto il giorno: «Dov'è il tuo Dio?» (vv. 10-11).
Salmo 79: Signore, tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza (v. 6).
Salmo 101: Di cenere mi nutro come di pane, alla mia bevanda mescolo il pianto (v. 10).
Salmo 118: Io piango nella tristezza: sollevami secondo la tua promessa (v. 28).
Sono stanco di soffrire, Signore, dammi vita secondo la tua parola (v. 107).
Dio sempre ascolta gli insistenti gridi dell'anima, espressi anche solo con le lacrime, e interviene consolando:
Salmo 17: Nel mio affanno invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce, al suo orecchio pervenne il mio grido (v. 7).
Salmo 29: Signore, mio Dio, a te ho gridato e mi hai guarito (v. 3).
Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia (v. 6).
Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia (v. 12).
Salmo 38: Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l'orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime (v. 13).
Salmo 41: Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio (v. 12).
Salmo 54: Getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno (v. 23).
Salmo 55: Le mie lacrime nell'otre tuo raccogli, non sono forse scritte nel tuo libro? (v. 9).
Salmo 80: Hai gridato a me nell'angoscia e io ti ho liberato (v. 8).
Salmo 93: Quand’ero oppresso dall’angoscia, il tuo conforto mi ha consolato (v. 19).
Salmo 114: Mi opprimevano tristezza e angoscia e ho invocato il nome del Signore (v. 3).
Salmo 141: Ritorna, anima mia, alla tua pace, poiché il Signore ti ha beneficato;
egli mi ha sottratto dalla morte, ha liberato i miei occhi dalle lacrime (vv. 7-8).
Con cuore tutto materno Dio consola i suoi figli che ricorrono a Lui con cuore sincero ed essi - solo perché così consolati - possono consolare i fratelli che chiedono aiuto.
Quanto è vero, allora, l'inno paolino sulla consolazione:
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione,
il quale ci consola in ogni nostra tribolazione
perché possiamo consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione
con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio (2 Cor 1,3-4).