SANTA CHIARA

Il gruppo APOSTOLI della DIVINA TENEREZZA del SACRO CUORE di GESU' nella spiritualità di S. CHIARA ricorda, prega e rende omaggio alla memoria della Venerabile SANTA CHIARA che nel 756° anniversario della morte, 11 agosto del 1253; offrendo tutta se stessa, la SUA vita; innalzò virtù di carità e pietà, e che fino alla fine dei Suoi giorni ottenne di non separarsi mai dalla scuola di Francesco per seguire "sorella povertà". E dal quale, preghiamo con fervore, il grande esempio umano e sociale, per la nostra quotidianità.

Buone vacanze

Il gruppo APOSTOLI della DIVINA TENEREZZA del SACRO CUORE di GESU' nello spirito di S. CHIARA augurano a tutti gli amici buone vacanze, e che questi giorni siano una "strada" serena, verso uno spirito nuovo e rinfrancato.
Ricordando nella preghiera continua tutte le persone ammalate, sole, emarginate.
E tutte le persone che si metteranno in viaggio verso i luoghi di vacanza.
Che la Divina Tenerezza di Dio stenda la Sua misericordiosa mano e protegga loro sulla strada del ritorno alle loro case, alle famiglie, tutti!
Ricordando e augurando a tutti gli automobilisti che la strada NON è una pista, ma con pazienza e calma, rispettandoci tutti saremo più tranquilli e così trascorreremo giornate più serene nei luoghi di vacanza. Con uno nuovo spirito mite,
sotto lo sguardo di Santa Chiara.

LA TENEREZZA NELLA SS. ma TRINITA'

Ho letto il libro di Sara Paladino, ( pro manoscritto ) dal titolo “ La Tenerezza nella SS. Trinità”.

Esso contiene una serie di preghiere, espresse talvolta in forma poetica, che rivelano nell’autrice la presenza di una profonda spiritualità ed un desiderio sincero di percorrere un cammino di conoscenza di Dio, Padre, Figlio, Spirito Santo e di venerazione della SS. Vergine Maria.

Colpisce in particolare l’accento posto sulla “Tenerezza” di Dio nei confronti dell’uomo e della sua natura, spesso fragile ed inadeguata, come se Dio fosse il primo ad essere consapevole,e così è, della necessità di un amore che è anche tenerezza.

Mi ha ricordato l’affermazione di papa Giovanni Paolo I° che “ Dio non è soltanto Padre, ma anche madre” e che l’amore di una madre si esprime proprio attraverso la tenerezza per la propria creatura.

Sara manifesta umiltà, nel suo sentire Dio, un cuore fanciullo che coglie la presenza del divino nel quotidiano e nel quotidiano vuole rispondere col suo amore all’amore-tenerezza di Dio e della Vergine.

Commovente e frutto di una partecipazione autentica al mistero della Passione, è la preghiera

“Una sera importante” in cui l’autrice segue passo passo gli avvenimenti dall’Ultima Cena alla Crocifissione, quasi camminasse anche lei sulla via del Calvario.

Dalle preghiere di Sara si riceve un vero aiuto per la meditazione e le preghiere.

M.T.L.

UNA SERA IMPORTANTE

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Quella sera spezzasti il pane

e ci facesti bere il vino.

Quel gesto era pieno d'amore,

ma nessuno comprese il vero significato

del Tuo donarti a noi già da quel momento.

Poi, improvvise quelle parole...

qualcuno ti avrebbe tradito.

Tu sapevi chi sarebbe stato

e andandogli vicino

attingesti il pane nella sua ciotola,

l o guardasti con dolore
perché anche lui ti era caro,
"Fa' quel che devi", gli dicesti,
e lui scappò via da Te,

poi ci portasti fuori nel campo degli ulivi

perché sapevi che ti avrebbero portato via presto,

cosa c'èra nel tuo cuore...

Ci chiedesti di non addormentarci

e di vegliare, ma noi non ne fummo capaci.

Il sonno ci colse all’improvviso,

Tu ci rimproverasti dicendo

che neanche un'ora avevamo vegliato.

Oh, dolce Maestro,

che nel momento doloroso, drammatico

piangevi e sudavi sangue.

L'angoscia riempiva l’aria

solo un Angelo

venne a consolare il Tuo cuore...

Mi sento indegna del tuo amore,

non ho saputo partecipare

alla tua sofferenza,

se ti avessi stretto al cuore,

avrei trattenuto un po' del tuo dolore...

Che terribile abbandono!

Vedevo la paura sul Tuo volto,

non ho compreso il Tuo amarmi,

non ti ho accolto;

se l'avessi fatto

non ci sarebbe stato quel ladrone,

se tutti noi avessimo compreso

quanto era grande il Tuo amore...

Ti abbiamo fatto tutto il male possibile,

ma il Tuo amore è di quelli

che non calpestano e non insultano.

Penso alla tua anima

innocente, mite, umile,

al tuo amore

vissuto nella solitudine e non compreso.

Qualcuno che Tu amavi

ti vendeva per pochi danari;

Tu aspettavi un bacio

che sapevi non d'affetto ma di tradimento.

Quanti baci. Signore, donati con inganno

e scoprirlo...che dolore lacerante!

Ancora venduto;

ecco, il bacio sfiora le Tue guance,

ma quel bacio era una coltellata!

Sei stato trattato come un verme,

un delinquente

al quale non si può dare fiducia; è cosi, basta, non c'è un'altra verità.

Ti portarono via...

Guardai senza far niente,

non volevo seguire la tua sorte,

mi nascondevo da una parte all'altra,

mi vergognavo di Te,

Ti giudicavano, ma chi erano costoro?

non sapevano che Tu eri il Re dei re?

Eppure hai accettato tutto questo per me,

ti sei lasciato umiliato, torturare,

oltraggiare, flagellare...

fino alla completa tumefazione della carne.

Intanto io me ne stavo nascosta.

Il tuo spirito ha sopportato tutto questo,

anche se la Tua anima

era quasi vicina alla morte

da sentirne il respiro.

Perché non sono venuta

a fasciare le Tue ferite,

a cullarTi fra le braccia,

a dare riposo al Tuo cuore?

Solo tua Madre sentiva il Tuo dolore,

ma neanche a Lei sono stata vicina,

a Lei che dicendo il suo "Sì"

ci ha dato il Figlio.

L'ho lasciata nel Suo silenzio.

Gesù, Tu mi guardavi con malinconia

senza condannarmi,

Tu nonostante tutto, continuavi ad amarmi.

Più ti frustavano, più continuavi ad amarmi.

Ed io mi allontanavo sentendomi indegna.

Avevano pensato, poi,

che non avresti più fatto paura

e ti trascinavano da una parte all'altra

con un processo da burla.

Tutto era già deciso: Tu dovevi pagare

per il troppo amore donato,

noi eravamo nel laccio della morte

e solo Tu ci potevi dare libertà,

per Tua scelta.

Liberamente, nonostante tutto

hai permesso che ti trattassero

come carne da macello.

Alla fine di questa farsa

qualcuno si lavò le mani;

e al posto dell'agnello

lasciarono libero un lupo.

Ti schernirono,

ti misero una corona di spine sul capo

per incoronarti Re;

non sapevano che veramente

eri l'unico Re!

Vorrei prendere io le spine

conficcate nel Tuo capo

per imparare a non lamentarmi

per le ingiustizie, le calunnie,

le cattiverie di cui posso essere vittima,

perché Tu non ti sei lamentato,

come un bambino, non ti sei ribellato.

Il Tuo silenzio era disarmante,

il Tuo volto tumefatto parla per Te.

Tua Madre, che per amore

ha dato se stessa,

ancora una volta portava il dolore,

perdeva il Figlio sulla croce

e ce Lo donava nel silenzio.

Lei sapeva che Tu eri la salvezza!

Il pallore del suo viso

esprimeva tutto il vissuto,

lo strazio dell'anima,

mentre Gesù si faceva dono per noi,il

dolore di Maria si trasforma
in amore donato a noi.

Io ti seguivo, volevo amarti tanto,

eri lì per me, e io non ti avevo accolto...

Ormai era tardi,

stavi pagando col tuo sangue

la nostra libertà.

Ma Tu sulla croce hai vinto la morte.

Ho provato a guardare i tuoi occhi, mi guardavano con malinconia,
mi amavi, e io non sostenevo il Tuo guardo.
Ti hanno messo un legno sulle spalle, costrìngendoti a salire sul monte.

Eri così debole...!
Guardavo Tua Madre,
le ferite profonde del suo cuore;
senza esitare ha obbedito a Dio,
per accogliere il Suo progetto:
Tu, Gesù, di­
strutto nel corpo e nell'anima, ma non vinto!

In quel momento qualcuno si offrì

come gesto d'amore portando il legno.

Giunti sul monte, ti strapparono le vesti e se le giocarono a sorte...

Che gioco crudele!

I chiodi trapassarono le Tue mani e i Tuoi piedi.

Davanti a me un uomo deriso, oltraggiato, senza dignità,

da quella croce ti facesti nostro dono.

Guardasti tua Madre e il tuo discepolo Giovanni e dicesti loro:

"Madre, ecco tuo figlio, figlio ecco tua Madre",

ancora un segno della Tua presenza perenne per noi.

Poi la Tua terribile agonia.

Lì, sempre lì, chiusa nel suo dolore...

Una lancia infine Ti trafisse il costato:

l'acqua che ne uscì ci purificò,

e il Tuo sangue ci ridonò nuova vita.

Due ladroni erano in Tua compagnia,

uno Ti derise,

l'altro fece parlare il cuore, ti chiese vita

e Tu gli promettesti il paradiso.

Si oscurò il cielo per un attimo,

ti sentisti abbandonato;

esalando l'ultimo respiro, dicesti:

"Padre, sia fatta la Tua volontà".

Il tuo gesto d'amore coprì l'universo;

ci furono tuoni e lampi,

la terra tremò tutta

ed il mondo seppe che il Figlio di Dio era morto!

Io, spettatrice, non ho fatto niente,

ma sono pronta a dirti:

"insegnami a consegnare il mio spirito"

e a proclamare:

"Sia fatta la Tua volontà ",

non con le labbra o il desiderio umano,

ma con il cuore!

Fa' che abbia la forza di imitarti,

trasformami come vuoi,

non permettere che io rimanga spettatrice,

di fronte al Tuo morire per me,

senza mettere nulla nel Tuo cuore,

ma prenditi il mio,

fanne casa di pace, di tenerezza, di amore

e allora saprò che posso finalmente

morire tra le Tue braccia.


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