Messaggio del 25 settembre 2013 (commento)
Cari figli! Anche oggi vi invito alla preghiera. Il vostro rapporto con la preghiera sia quotidiano. La preghiera opera miracoli in voi e attraverso di voi perciò figlioli la preghiera sia gioia per voi. Allora il vostro rapporto con la vita sarà più profondo e più aperto e comprenderete che la vita è un dono per ciascuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
Messaggio del 2 ottobre 2013 (mirjana)
Cari figli, vi amo con materno amore e con materna pazienza aspetto il vostro amore e la vostra comunione. Prego affinché siate la comunità dei figli di Dio, dei miei figli. Prego affinché come comunità vi ravviviate gioiosamente nella fede e nell'amore di mio Figlio.Figli miei, vi raduno come miei apostoli e vi insegno come far conoscere agli altri l'amore dimio Figlio, come portare loro la buona novella, che è mio Figlio. Datemi i vostri cuori apertie purificati, e io li riempirò di amore per mio Figlio. Il suo amore darà senso alla vostra vitaed io camminerò con voi. Sarò con voi fino all'incontro con il Padre Celeste. Figli miei, si salveranno solo coloro che con amore e fede camminano verso il Padre Celeste. Non abbiate paura, sono con voi! Abbiate fiducia nei vostri pastori come ne ha avuta mio Figlio quando li ha scelti, e pregate affinché abbiano la forza e l'amore per guidarvi. Vi ringrazio.
Signore stiamo percorrendo un lungo viaggio, Tu ci hai voluto e creato ,
tutto il mondo sta sperimentando che cosè la sofferenza di pandemia.
che continua indisturbata e spietata la sua corsa .
Abbiamo paura, la stanchezza di un futuro incerto,
abbiamo bisogno di ritrovare l'amore ,la gioia .Gesù prendici per mano,
che la tua luce illumini tutta l'umanità ,
perchè un unico popolo possa gridare Padre,
non più tenebre ne tristezza ma vita.
Dio abbi pietà di noi, consola il tuo popolo ,
donaci ancora il tuo spirito perchè i tuoi figli
possano crescere in questa vita che Tu ai creato per loro.
amen
Sara Paladino
21 Febbraio 2021
MEDITAZIONI
Immaginate
di guardare qualcosa che vi piace molto della vostra vita. Immaginate di
sentire crescere dentro di voi soddisfazione, compiacimento. Immaginate il
vostro lavoro costruito con sacrifici. La vostra laurea, il vostro matrimonio o
la vostra consacrazione. Cosa ci sarebbe di male a sentirne soddisfazione e
compiacimento? Nulla. Ma ora accostate a questa esperienza le parole da
guastafeste che Gesù usa nel Vangelo di oggi: “Mentre alcuni parlavano del
tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: «Verranno
giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che
non venga distrutta»”. Perché Gesù interviene in questo modo? Forse lo fa per
svegliarci da una mancanza di realismo che caratterizza il nostro giudizio
sulle cose. Infatti se tutto quello che c’è nella nostra vita non ha un fondale
di vita eterna, che valore ha realmente? È destinato a finire, a rovinarsi, ad
essere distrutto. Se il bene che vuoi a una persona non ha un fondale di vita
eterna, quanto pensi di riuscire a durare in quel bene e in quella relazione?
Il tempo dell’abitudine. Infatti come arriva il cancro dell’abitudine subito
tutto ci annoia, si rovina, si distrugge. Ma se tu vuoi bene a una persona
guardandola in un’ottica più profonda, allora comprendi che se non c’è una vita
eterna su cui si poggia quella relazione, finirà presto. E cosa significa
fondarlo in un’ottica di vita eterna? Amare. E cos’è l’amore in pratica:
accogliere l’altro per com’è, aiutarlo a diventare sé stesso, perdonarlo,
accompagnarlo, sostenerlo, cioè in pratica fare quello che Gesù ha fatto con
noi. Le cose bagnate da un amore simile, non finiscono facilmente, le altre
sono destinate a perire. Ma gli ascoltatori del vangelo di oggi sembrano più
interessati a scoprire quando avverrà questa distruzione, senza accorgersi che
la cosa che conta di più è capire su cosa fondare la propria esistenza. Le cose
di questo mondo passano, quelle di Dio no. Tu le sai riconoscere?
Luca 21,5-11
LUIGI MARIA EPICOCO
25 novembre
Luca 21,5-11
LUIGI MARIA EPICOCO
25 novembre
MEDITAZIONI
“Maria è
l’ala che Dio ci ha dato per raggiungere quello che chiediamo. Ella è messa nel
nostro cammino per poter dare concretezza alle nostre utopie, perché Ella
stessa è stata lo strumento attraverso il quale l’utopia di Dio si è fatta carne.
«Un discepolo non è più del suo maestro». Se Cristo discende nel mondo attraverso Maria, perché ci risulta così difficile credere che Lei non sia un’ottima strada per salire verso Dio? E la strada unisce sempre il punto di partenza con il punto di arrivo. Così, quando noi frequentiamo Maria nel Rosario, nelle preghiere semplici, nelle litanie, nelle giaculatorie, nelle invocazioni, è come se mettessimo i nostri piedi sulla strada buona e rivolgessimo il nostro sguardo verso l’orizzonte per scrutare la meta. Frequentare quella strada è come sentirsi più vicini alla metà.”
«Un discepolo non è più del suo maestro». Se Cristo discende nel mondo attraverso Maria, perché ci risulta così difficile credere che Lei non sia un’ottima strada per salire verso Dio? E la strada unisce sempre il punto di partenza con il punto di arrivo. Così, quando noi frequentiamo Maria nel Rosario, nelle preghiere semplici, nelle litanie, nelle giaculatorie, nelle invocazioni, è come se mettessimo i nostri piedi sulla strada buona e rivolgessimo il nostro sguardo verso l’orizzonte per scrutare la meta. Frequentare quella strada è come sentirsi più vicini alla metà.”
Da LUIGI MARIA
EPICOCO
“Vergine madre, figlia del tuo figlio.”, Itaca, p.31
25 novembre
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